I Fondi Strutturali Europei (FSE+ e FESR) sono il principale strumento finanziario utilizzato dall’Unione europea per l’attuazione della politica di coesione, il cui obiettivo è cercare di riequilibrare i notevoli divari esistenti – a livello di sviluppo economico e di tenore di vita – tra le diverse regioni o categorie sociali dell’UE, rafforzando in tal modo la coesione economica e sociale fra gli Stati membri e gli obiettivi definiti nello stesso trattato istitutivo dell’UE.
Nel periodo 2021-2027 la politica di coesione dell’UE continuerà a concentrarsi sulla convergenza economica, sociale e territoriale, attraverso la competitività sostenibile, la ricerca e l’innovazione, la transizione digitale, gli obiettivi del Green Deal europeo e la promozione del pilastro europeo dei diritti sociali.
La nuova legislazione potenzia il sostegno alla preparazione dei sistemi sanitari e permette una migliore valorizzazione del potenziale della cultura e del turismo, duramente colpiti dalla recente crisi. Allo stesso tempo fornisce un sostegno ai lavoratori e alle misure volte a contrastare la disoccupazione giovanile e la povertà infantile.
Gli Stati membri godranno inoltre di maggiore flessibilità rispetto al periodo di programmazione in corso ai fini del trasferimento delle risorse tra i fondi in qualsiasi momento del periodo di programmazione. Vi sarà inoltre ulteriore flessibilità per consentire lo scaglionamento delle operazioni di minore entità, di modo che gli Stati membri avranno più tempo per portare a termine le operazioni che non siano state completate nell’ambito dei programmi 2014-2020.
La politica di coesione introduce anche un vero e proprio meccanismo di risposta alle crisi future che permette di adottare misure temporanee per l’utilizzo dei fondi in risposta a circostanze eccezionali e inconsuete. Il meccanismo potrà essere attivato rapidamente nel caso in cui ulteriori shock dovessero colpire l’Unione nei prossimi anni. La Commissione avrà infatti la possibilità di introdurre misure temporanee per contribuire ad affrontare tali circostanze eccezionali e inconsuete.
I nuovi regolamenti per la programmazione 2021 – 2027 sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea L 231 del 30 giugno 2021 con entrata in vigore dal primo luglio 2021. I regolamenti disciplinano i fondi strutturali e d’investimento (SIE), per un valore pari a oltre 330 miliardi di euro (a prezzi 2018) corrispondente a quasi un terzo del bilancio a lungo termine dell’Unione Europea. Il pacchetto regolamentare prevede un atto legislativo generale (il regolamento recante le disposizioni comuni – RDC) che disciplina gli otto fondi gestiti congiuntamente dagli Stati membri e dalla Commissione e vari altri regolamenti che definiscono gli obiettivi specifici e l’ambito di applicazione di ciascun fondo:
- Fondo europeo di sviluppo regionale (FESR)
- Fondo di coesione (FC), Fondo sociale europeo Plus (FSE+)
- Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (FEAMPA)
- Fondo per una transizione giusta (JTF)
- Fondo Asilo, migrazione e integrazione (AMIF)
- Strumento per la gestione delle frontiere e dei visti
- Fondo sicurezza interna
Quali sono i principali settori che beneficeranno del sostegno dei futuri programmi della politica di coesione?
Il FESR, l’FSE+, il Fondo di coesione e il FEAMPA sosterranno cinque obiettivi strategici, che verteranno sulla transizione verde e digitale, su un’Europa più connessa, inclusiva e sociale e su un’Europa più vicina ai suoi cittadini. Per il FESR (30%) e per il Fondo di coesione (37%) sono definiti obiettivi climatici specifici, accompagnati da uno speciale meccanismo di adeguamento che ne permetterà il monitoraggio ed il conseguimento. In aggiunta, il Fondo contribuirà all’adeguamento alla transizione verso un’economia climaticamente neutra entro il 2050, come previsto dal Green Deal europeo e recentemente confermato dalla legge europea sul clima.
Per il periodo 2021-2027, si incoraggiano sinergie tra strumenti UE diversi tramite il processo di pianificazione strategica, identificando obiettivi comuni e settori di attività comuni trasversali a diversi programmi.
In particolare, sia gli Stati membri che la Commissione devono promuovere il coordinamento, la complementarità e la coerenza tra fondi a gestione concorrente (RDC), così come tra fondi RDC e altri strumenti dell’Unione. Ciò implica appunto che esistano meccanismi di coordinamento sia a livello strategico che a livello attuativo, per evitare duplicazioni in fase di pianificazione e attuazione nell’ambito dei diversi strumenti. L’accordo di partenariato contiene una sezione specifica dedicata al coordinamento.
Il regolamento sulle disposizioni comuni (RDC) prevede meccanismi di sostegno semplificati per progetti che non siano stati selezionati per gli altri strumenti UE per mancanza di fondi, ma abbiano ricevuto il marchio di eccellenza, oppure per progetti selezionati per partenariati cofinanziati e partenariati istituzionalizzati nell’ambito di Orizzonte Europa. L’RDC disciplina inoltre anche il trasferimento di risorse su base volontaria da qualsiasi fondo a fondi in gestione concorrente, ovvero a strumenti in gestione diretta o indiretta, a beneficio dello Stato membro interessato.